Filarole

Ragione sociale: Filarole Az. Agr. di Barbara Pulliero
Indirizzo: Loc. Poggiolo Inf. 9 – Pianello Val Tidone (PC) – IT
Telefono: 3482667381
E-mail: info@filarole.it
Sito internet: www.filarole.it

 

Proprietario: Barbara Pulliero e Paolo Rusconi
Possibilità di visitare l’azienda: si, su appuntamento
Eventuali strutture ricettive:
Eventuali servizi in azienda:
Eventuali prodotti acquistabili in azienda: vino
Descrizione del nucleo famigliare e loro coinvolgimento nelle attività agricole:
il lavoro e le scelte in vigna e in cantina sono condivisi da Barbara e Paolo con il figlio Nicola, mentre Maddalena (più giovane) da un contributo di tipo diverso sostenendoci nei momenti più impegnativi e imparando. Di tanto in tanto la famiglia si allarga accogliendo Wwoofer da tutto il mondo che vogliono vivere un’esperienza agricola in Italia.

Estensione terreni: 9 ha
Altitudine: m s.l.m.
Superficie coltivata a vigneto: 7
Ortaggi coltivati: solo per autoconsumo
Altre colture: bosco e foraggi
Tipo di conduzione: 3ha proprietà, 6ha affitto
Tipo di coltivazione: biologico
Eventuali società di certificazione: suolo e salute
Eventuale laboratorio di analisi utilizzato:

Enologo o responsabile di cantina: Paolo Rusconi
Agronomo o responsabile conduzione agricola: Barbara Pulliero
Lavoratori fissi:
Lavoratori stagionali:
Tipologia di contratto di lavoro utilizzata per i lavoratori fissi:
Tipologia di contratto di lavoro utilizzata per i lavoratori stagionali:
Ricorso a lavoro interinale:

Vini prodotti:
Fatto coi piedi – vino bianco macerato
Onda d’urto – vino rosato
Rosso Filarole – vino rosso
Genius Loci – vino rosso
Giuàn – vino rosso
Santa Pazienza – vino rosso

Vendita diretta: in azienda e in fiere 5%
Canali distributivi: estero 80%, enoteche e ristoranti in Italia (direttamente senza agenti) 15%
Vendita nella media e/o grande distribuzione: no
Totale vendite ultimo anno solo vino: 60000

Una breve storia dell’azienda:
Filarole nasce nel 2016 dal desiderio di lavorare vecchie vigne preservandole dall’abbandono e dall’estirpo. Anno dopo anno alla nostra prima vigna se ne sono aggiunte altre e oggi lavoriamo vigne in cui le piante hanno dai 30 ai 100 anni. La scelta non è stata fatta solo per le qualità “enologiche” delle uve, ma soprattutto per preservare vigneti fatti alla vecchia maniera (con selezione massale) e la biodiversità genetica delle uve che vi si trovano.
Le nostre vigne sono sparse in diversi punti della valle, quasi tutte isolate tra boschi e campi. Appezzamenti di piccole dimensioni a diverse altezze (dai 150 ai 450 metri s.l.m), con diverse esposizioni, su terreni di tipo diverso, vigneti in cui sono presenti diverse varietà di uve, come usava un tempo. Per questo la nostra vendemmia è sempre molto lunga: raccogliamo le uve piano piano mano a mano che maturano, vigna dopo vigna.
Con queste uve e un’attenta selezione dei grappoli, il lavoro in cantina è estremamente semplice: solo uva senza alcun additivo. Amiamo i vini fermi e strutturati, così sono i nostri vini nonostante ci troviamo in un territorio dove il vino è principalmente frizzante.

Cenni storici e geografici sul territorio:
la Val Tidone è l’ultima valle dell’Emilia Romagna al confine con l’Oltrepo’ Pavese. Qui la viticoltura è tipicamente collinare ed è ancora accompagnata da una varietà di colture che disegnano un paesaggio vario e gradevole. Le uve principali sono Barbera e Croatina a bacca rossa (che insieme danno vita alla doc Gutturnio), Ortrugo e Malvasia aromatica di Candia a bacca bianca.

Condizioni ambientali del posto e dell’area di produzione:
le colline della Val Tidone hanno ancora una vocazione prevalentemente agricola, non abbiamo insediamenti industriali e la logistica sta in pianura. Potremmo avere un’agricoltura più sana se i prezzi di vendita dei prodotti consentissero agli agricoltori di lavorare meglio senza forzare le rese, ma rispetto ad altre zone d’Italia siamo in paradiso.

I miei principi e idealità di produttore:
fare vino e curare le vigne in modo rispettoso della terra e delle persone, farlo nel modo migliore possibile perché sia un piacere e un alimento sano, creare delle opportunità perché i cosiddetti territori marginali (come il nostro) tornino a vivere di agricoltura e allevamento fatti bene, di piccolo artigianato dando valore alle proprie vere ricchezze.

La mia opinione sull’utilizzo di OGM:
assolutamente contraria. L’uomo non sarà mai più in gamba della natura nel creare la vita. Inoltre i contadini devono tornare ad essere padroni dei propri saperi, indipendenti dai laboratori e capaci di lavorare insieme alla natura.